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L'Editoriale » Je suis greco
di Alessandro Bottero
Ci sono momenti storici che passano quasi inosservati. Non ci rendiamo conto che in quegli attimi, in quelle decisioni si conforma il futuro per noi e le generazioni a venire. La Storia a volte è al tempo stesso crudele e generosa. Nel 2011 il governo greco – che certo ha mentito sui conti pubblici, ha creato un deficit pubblico, ha fatto tante brutte cose, che però se uno esamina i conti di altri stati sono le stesse cose che hanno fatto di tanto in tanto Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania, Russia, e la stragrande maggioranza di tutti i 193 paesi che compongono il pianeta Terra, quindi Grecia come tutti gli altri e meno ipocrisia, grazie – di fronte alle richieste amichevoli della Troika – la tipica offerta che non puoi rifiutare – tentò di dire “Veramente vorrei fare un referendum per vedere cosa decide il popolo e se ai greci va bene suicidarsi per pagare gli interessi alle banche olandesi, tedesche e destinare le ricchezze future della Grecia alle tasche della finanza estera”. L’Europa Unita disse Un referendum su quello che NOI abbiamo deciso per VOI? COL CAZZO!
E fece cadere il governo greco, ne fece nascere uno più malleabile e inflisse gli amichevoli aiuti comunitari. Ora il legittimo governo greco, eletto dai greci su una base politica precisa, chiara e ripetuta molte volte, ha deciso che suicidarsi per la contabilità delle banche e dei creditori è stupido. Ed ha tutto il mio plauso. E siccome al di là delle belle parole il comportamento dell’UE e del FMI è stato “Sì, hai fatto quello che ti abbiamo chiesto. Però ora devi anche metterti una scopa in culo e pulirci la stanza, perché sei un pezzente che ti sei permesso di dire che noi siamo cattivi. E siccome ti teniamo per le palle se non stai buono le strizziamo finché ci va di farlo e tu greco devi anche ringraziarci”, il governo greco ha deciso che tanto valeva morire da uomini e non da colonnine nella pagina dei ricavi contabili. Come mai se lo fa Leonida in 300 è un fico, e se lo fa Tsiparas è un coglione? Il Parlamento greco ha deciso che il 5 luglio gli elettori greci terranno un referendum per dire cosa ne pensano sulla proposta UE.
E io spero che la loro risposta sia un grande, solido, robusto OKI (no, in greco). Perché? Perché Warren Ellis in Doom 2099 aveva capito tutto con Herod (e infatti non mi stupisco che la Marvel non abbia MAI ristampato quelle storie). Perché il capitalismo finanziario non ha altra mira se non quella di drenare tutte le risorse possibili per poi passare ad altri mercati. Perché qualcuno prima o poi deve dire Adesso basta. Perché Se Portogallo, Irlanda, Spagna, Estonia sono stati pecore, e hanno anche baciato la mano che le ha bastonate sono problemi loro. È ora che qualcuno quella mano la morda e faccia capire che l’austerità fine a se stessa, come la brava massaia della Sassonia non serve a niente. O meglio. Serve alle banche della Sassonia.
Peccato che io non viva in Sassonia. Io Je suis Greco, perché se non lo sono oggi domani toccherà a me e alla fine, uno ad uno, ci mangeranno tutti. Tutti sedati, con l’iPhone nuovo, la connessione a banda larga, senza diritti sindacali, i matrimoni con chi ti pare, ma se provi a mettere in discussione il potere delle banche e della finanza allora mazzate e ingerenze nei paesi. Se per voi il Vaticano ingerisce nella politica italiana, come lo chiamate Juncker, il presidente della Commissione Europea che dice ai Greci “Mi raccomando Votate sì”. Non è ingerenza? Non è un tentativo di condizionare PESANTEMENTE da parte di un’autorità politica estera, la regolare vita democratica di una nazione? Se fossi greco il 5 luglio voterei no. Per poter guardare ancora in faccia i miei figli da uomo libero e non da servo della finanza.