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L'Editoriale » Lucca Comics & Games 2012: l'apoteosi

lucca2012pubblico-editorialedi Alessandro Bottero

Lucca Comics& Games 2012. Oltre 170.000 presenze sicure. Vendite da capogiro. Camion che viaggiavano di notte tra Lucca e magazzini vari in giro per l’Italia. La scommessa del padiglione del Giglio vinta. Che altro dire? La crisi è svanita? No. Ma andiamo con ordine.

Lucca 2012 è stata una edizione molto interessante, e che ci fornisce alcuni spunti di riflessione da non sottovalutare per la situazione del mercato, sia nelle edicole che nel circuito delle fumetterie.

Primo dato è l’afflusso: oltre 170.000 presente sicure. Nei giorni di giovedì, venerdì e sabato la circolazione all’interno del padiglione principale per gli editori (Padiglione Napoleone) era molto difficoltosa, perché i corridoio erano intasati. Anche nel padiglione secondario (Padiglione Giglio) la presenza di pubblico era intensa. Questo ci porta a dire che alla resa dei conti e basandoci a- sui dati; b- sulle parole degli editori interpellati personalmente da me medesimo e presenti nel Padiglione del Giglio, la grande maggioranza (direi tutti meno uno e forse due) hanno chiaramente detto di aver avuto incassi buoni. Se non superiori agli anni passati (come mi ha detto qualcuno), sicuramente in linea con una presenza nel padiglione Napoleone. Ora, fermo restando i dubbi sulla scelta per cui X sì e Y no, rispetto alla presenza nel padiglione Napoleone, bisogna riconoscere che il paventato effetto “dimenticatoio” non c’è stato. L’onesta intellettuale, che cerchiamo sempre di mantenere, ci porta quindi a dare atto all’organizzazione di Lucca Comics di avere vinto questa scommessa. In sintesi: l’essere stati spostati nel Padiglione del Giglio non ha nuociuto agli editori lì presenti. Avevamo scritto che sarebbe potuto accadere, e siamo stati smentiti nei fatti. Una volta tanto siamo contenti di aver avuto torto. La stessa cosa non si può però dire per il TERZO padiglione che ospitava editori, ossia quello di piazza san giusto. Quello era davvero isolato e poco frequentato, ed in effetti gli editori presenti in quel padiglione hanno sofferto vendite assai basse, pur presentando prodotti molto interessanti.

Secondo dato le vendite: tutti gli attori principali (Panini, GP publishing, Star Comics, Magic Press, Kappa Edizioni) presenti con stand grandi nel Padiglione Napoleone hanno esaurito parte del materiale portato e dalla giornata di venerdì si sono trovati a dover tornare nelle varie sedi a prenderne altro. Panini giovedì sera aveva giù finito tre bancali di materiale, e venerdì Simone Airoldi affermava di aver raggiunto il massimo storico di vendite in un singolo giorno. Star Comics venerdì mattina ha dovuto effettuare un rabbocco. Idem la GP publishing. Magic Press è tornata a Roma sabato mattina a prendere del materiale. Kappa edizioni è tornata a Bologna sabato sera per prendere del materiale.  Oltre a loro 001 e Alastor (uno con sede a Torino e uno a Caserta) per ragioni logistiche e di distanza non hanno potuto effettuare dei rabbocchi, lamentandosene (in  pratica avevano sottostimato il fabbisogno). Se per quel che riguarda Kappa e Magic si tratta di materiale presente in fumetteria, per Panini, GP e Star si tratta anche di materiale presente nelle edicole. Ossia, si è venduto in dosi massicce materiale che in teoria era strato presente nelle edicole.

Ho chiesto in giro il perché di questa stranezza. Alcune risposte

- la gente non va più nelle edicole.

- il clima della fiera spinge all’acquisto

- il pubblico c’è, ma bisogna intercettarlo

Rimane il dato di fatto: vendite molto buone per il 90% degli espositori presenti nei padiglioni Napoleone e Giglio.

Personalmente però la cosa non mi pare del tutto positiva. Cerco di spiegarmi l’habitat ecologico del mercato del fumetto prevede alcuni soggetti: l’editore, che produce; il distributore; che smista; il venditore (fumetteria o edicola) che vende nel corso di tutto l’anno con un’attività quotidiana. Sono tre elementi che devono restare in equilibrio. Se uno dei tre sopravanza o cannibalizza lo spazio vitale dell’altro, si ha un vantaggio immediato del singolo, ma un impoverimento generale dell’habitat.  Esempio. Se un esercito incontra una fattoria e per approvvigionarsi requisisce TUTTE le scorte alimentari, prende TUTTE le riserve ammassate, si prende TUTTO quello che ha la fattoria (bestiame, raccolti dei campi, scorte, ecc…) e poi se ne va, la fattoria muore. Quando poi l’esercito ripasserà da quelle parti non troverà più nulla con cui rifornirsi, perché la fattoria sarà morta ed abbandonata.  Ed a quel punto l’esercito, non trovando più nulla correrà il rischio di morire di fame. Altro esempio: carovana nel deserto. Arriva ad un’oasi.  Tutti bevono a sazietà e riempiono fino all’inverosimile borracce, barili, e altro distruggendo la capacità di rigenerarsi dell’oasi. Al ritorno la carovana ripasserà per la stessa oasi, ma la troverà secca perché l’ha esaurita all’andata, e quindi correrà il rischio di morire di sete.

Cosa voglio dire? Che è vero che l’editore X ha incassato tantissimo a Lucca. È vero che il distributore Y ha incassato tantissimo. Ma forse parte di quei soldi (e io credo che si parli di almeno un 50% di acquisti fatti a Lucca e “drenati” da fumetterie e/o edicole) sono soldi che in un certo senso sono stati “tolti” al venditore. Diciamoci le cose come sono: se vendo 1.000 copie di Hush a Lucca perché c’è Jim Lee, forse 300 sono copie “stornate” ad una vendita in fumetteria, e quindi quei soldi sono stati “stornati” dal bilancio di un tot di punti vendita. Stessa cosa per un volume Panini, o un manga star, o Magic o Kappa. Tatticamente le vendite molto alte sono un vantaggio indiscutibile. Ma strategicamente? Se io incasso tanto oggi a novembre 2012, ma poi ad aprile 2013 avrò 50 punti vendita in meno, perché 50 fumetterie avranno chiuso io editore avrò 50 punti in meno dove vendere le mie cose.  Voglio dire che gli editori devono vendere meno a Lucca? No. Per piacere, non fatemi passare per imbecille. Io chiedo solo che si passi da un pensiero mirato solo alla tattica del “giorno per giorno” ad un pensiero strategico per cui i vari attori si preoccupino della STRUTTURA e non del singolo particolare. Io vendo tantissimo, ma siccome le mie vendite  a questa manifestazione potrebbero significare vendite minori delle fumetterie o nelle edicole, e siccome vendite minori nelle fumetterie poi significheranno chiusure, e poi significheranno meno punti vendita per i miei prodotti nella vita QUOTIDIANA, come posso fare per aiutare la struttura, senza rinunciare alle mie vendite? Come posso coniugare la tattica con la strategia?  Ma certo non può essere un editoriale a dare soluzioni (e se devo essere sincero non credo che ci sia questa capacità o volontà di capire il problema. I vari soggetti nel mondo del fumetto sono più interessati a sé stessi che all’ecologia dell’habitat in cui vivono)

Terzo dato: Le novità proposte. Molte e molto belle. Segnalo La mattina di Esopo (001 edizioni) di Carmelo Calderone, una rilettura delle favole di Esopo davvero ben fatta; poi la nuova edizione de I Disney Italiani della NPE, opera davvero stupenda. La NPE è diventata la casa editrice che pubblica i saggi più belli e interessanti nel campo del fumetto. Questo I Disney Italiani, cofanetto in due volumi, si propone come un serio pretendente al premio Franco Fossati 2013. Continuando nella saggistica ecco Lezioni di fumetto, volume curato da Laura Scarpa, che presenta un inedito di Pratt, ossia un corso di disegno che il maestro aveva tenuto in Argentina durante il suo soggiorno nel paese latino americano. Pubblicato da Castelvecchi nella nuova collana Mompracen, è forse il libro più importante portato a Lucca Comics &  Games 2012, ed è un altro valido candidato al premio Franco Fossati 2013. Altre novità degne di nota il nuovo volume di Bianca della Absolute Black; L’Incal edizione integrale della Magic Press; Nostra madre Renata Forte, il nuovo volume scritto da Ilaria Ferramosca e disegnato da Gian Marco di Francisco, 001 edizioni; The Walking Dead edizione da edicola della Salda Press; Pandemonio, delizioso volume pubblicato dalla Volier, con un Panda Ninja e il fumetto più bello che ho trovato in fiera, Sky Master of the Space Force di Jack Kirby e Wally Wood, pubblicato da ReNoir. Come ultima segnalazione l’ultima opera di Antonio Montanaro, Rumore Bianco Suono Nero, dove l’autore continua nella sua esplorazione del genere efebico.

Quarto dato: cosa sta succedendo in giro?

Ho ricevuto conferma della chiusura del settore francese della GP Publishing. Le serie in corso continueranno fino alla chiusura, ma ad esempio Bruce J. Hawkes non si farà più. Magari la prossima volta invece di fare copia e incolla dei comunicati, andiamo a parlare direttamente con le persone.

Dietro la Editoriale Cosmo c’è il gruppo che produce Game Complex, rivista di videogiochi. Tra i titoli di futura pubblicazione potrebbe esserci Quintet, ma non è sicuro.

La Mondadori farà partire da metà novembre Historica, una collana di volumi da 200 pagine mensile a 12.90, che presenterà fumetti di ambientazione storica, tratti dal mercato francese. Si parte con quattro numeri dedicati alla Seconda Guerra Mondiale e a seguire le Torry di Bois Maury in edizione integrale. Come terzo “arco storico” altri tre volumi dedicati al periodo Napoleonico. Ripeto: Historica, da metà novembre, in combinazione con Focus Storia, 200 pagine a colori 12,90, fumetti di genere storico, tratti dal mercato francese. Periodicità mensile. Francamente la trovo un’iniziativa ottima.

La GP Publishing avrebbe acquistato la J-Pop. No, scusate, non è vero. È la J-Pop che avrebbe acquistato la GP publishing. No. È diverso. Dei nuovi finanziatori sono entrati in GP Publishing. Vi abbiamo presentato il tormentone di Lucca Comics 2012. Chi sa qualcosa si chiaro parli. L’unica cosa che so per certo è che GP Publishing NON ha acquistato J-Pop.

Quinto dato: pettegolezzi, dicerie, voci non confermate, e rischi di querele

Perché la Panini sta acquistando l’inverosimile sui mercati di mezzo mondo, e sta buttando sul mercato titoli su titoli? Pare per alzare il fatturato. Potrebbe essere infatti che i meccanismo di buonuscita dei dirigenti siano legati ai fatturati nei due anni precedenti ai saluti. Ma possiamo dare retta a queste cattiverie? Certo che no.

SI dice che un editore giovane, bello, aitante, ultracool inzuppi il biscotto in altre tazzine. E si dice che se qualcuno prima se ne accorgerà (non se, dovrei dire quando) ci saranno tagli in molti campi. E gli editori ultracool più non saran cool. Lo diceva sempre Talleyrand “discrezione, miei cari, discrezione…” Se le voci giungono alle mie orecchie figuratevi quanti già lo sanno….

Che dite bastano due? Direi di sì, anche perché quest’anno notavo più del solito bocche cucite e sguardi d’odio quando mi avvicinavo ai capannelli di autori/editori. Dovrò iniziare a camuffarmi per girare in incognito e carpire grassi gossip

Un’ultima domanda: ma perché il nuovo look degli autori di tendenza è PelatoColPizzetto?????

Chiudo salutando l’amico Soter Mulé che ho rivisto con piacere.

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