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L'Editoriale » Da Roma a Catania, passando per il resto del mondo

etnacomics2015 editorialedi Alessandro Bottero

Il periodo aprile-giugno 2015 ha visto una serie di manifestazioni dedicate al fumetto molto intenso. Al di là di quelle a cui sono stato presente con incontri o semplice presenza da spettatore (Romics, Japan Fest, Napoli Comicon, Arf!, ed EtnaComics) ce ne sono state anche altre (Torino, Carrara, ecc…). Finita la girandola di partenze ed arrivi è possibile fermarsi e fare il punto della situazione. Come sembra il mondo del fumetto ORA, dopo aver incontrato persone in giro per l’Italia e aver toccato con mano come reagisce il pubblico alle proposte e alle novità? Diciamo subito una cosa. Se una manifestazione vuole essere popolare, ossia coinvolgere un pubblico numeroso deve abbandonare l’idea che il fumetto da solo basti. Non è vero. Il fumetto da SOLO non attira più.

O meglio il fumetto da solo attira ormai un pubblico minoritario all’interno del mondo dell’entertainment. Qualsiasi manifestazione, se aspira a fare numeri al di sopra delle 30.000 presenze (volevo dire 20.000 ma sarà generoso) paganti, ossia BIGLIETTI deve necessariamente prevedere cosplay, cartoni animati e cinema/Tv. Può piacere o meno ma è così. Il pubblico di massa va dove ci sono elementi di intrattenimento di massa. Il fumetto da solo non garantisce più numeri di massa. E la riprova si ha se si confrontano i numeri di un Arf!, festival pensato programmaticamente solo per i fumetti e manifestazioni come Romics o EtnaComics o Napoli Comicon, dove invece è l’entertainment a 360° a essere l’obiettivo. 10.000 presenze paganti all’Arf!, contro le oltre 100.000 di Romics e del Comicon di Napoli e le circa 60.000 di Etna comics. I numeri da soli non sono indice e segno di qualità, ovvio, ma sono un dato. È ovvio che se organizzo un festival dell’ebanisteria rinascimentale mi rivolgerò a un pubblico più di nicchia - sicuramente più specializzato e competente – che se organizzassi un festival dell’Ikea. Obiettivi diversi generano numeri diversi.

La stupidità – o presunzione – sarebbe pretendere che il mio disco di musica noise concettuale DEBBA vendere quando l’hit dance. E il fallimento si ha quando quello che è pensato per la massa, attira numeri da condominio. Mi sento di dire che le cinque manifestazioni da me seguite sono state tute positive. Secondo me hanno colto gli obiettivi che si erano proposti, sia pure con margini di miglioramento. Romics ad esempio, è molto forte nel settore cinema, e nell’ottica di una proposta di intrattenimento a 360# gradi per chi viene si può imparare da lei. La cosa su cui si può lavorare molto nel suo caso è l’offerta di incontri, dove invece l’Arf!, è risultato vincente. Onestamente erano anni che non vedevo folle simili agli incontri e la cosa è molto bella. Ma va detto che il rischio è che le persone non siano venute all’Arf!, ma solo a sentire un incontro. La differenza è sottile ma molto profonda. Una manifestazione deve avere come obiettivo quello di far entrare una persona nel suo spazio e trattenerlo con tutta una serie di cose, eventi, proposte non solo di incontri ma anche di novità editoriali (se ci limitiamo al fumetto). Chi viene, ascolta UN incontro e poi se ne va in realtà sarebbe potuto anche andare a una sala conferenze. È stato l’incontro a muoverlo, non l’evento Festival. Lo stesso problema può averlo il Japan Fest di Catania, festival dedicato al mondo dell’Oriente in tutte le sue sfumature. Anche qui il rischio è che sia il singolo evento a richiamare la persona. A mitigare questo pericolo c’è il forte senso di appartenenza sociale che anima il mondo del Cosplay e degli appassionati di Anime/Manga, senso di appartenenza sociale che nel mondo del fumetto non-orientale è progressivamente scemato. L’appassionato di anime o Cosplay quindi viene sì a sentire tizio o caio, ma poi si sente parte di una comunità e quindi rimane nell’evento. Chi viene a sentire Tizio o a farsi fare la firma da Zerocalcare una volta ottenuto il suo scopo se ne va. Non si sente parte di una comunità.

Romics e Etna Comics poi hanno visto il fenomeno degli Youtubers. Ubn padiglione di Romics aveva uno spazio dedicato a questi nuovi fenomeni di aggregazione di massa giovanile, e devo dire che mi sono spaventato. Un giorno sono andato nel padiglione, precisamente per vedere con i miei occhi cosa succedeva, e ho visto scene di idolatria mediatica quasi inconcepibili per me, vecchio e vetusto fumettista. Migliaia di ragazzini/e si accalcavano per farsi delle foto (scusate, ma a selfie preferisco l’italianissimo farsi una foto) assieme allo/a youtuber o farsi firmare delle magliette. È questo il presente? È questa la generazione a cui si dovrebbe pensare quando si progettano serie nuove a fumetti. Ormai il Cosplay, che sembrava il nuovo che avanzava cinque anni fa, è superato. Facebook è vecchio. Twitter resiste a fatica. Il pubblico dei 13/16, ossia quello che per anni è stato il sacro graal dei fumetti manga, ora è dedito ai vine, agli youtubers, e così via.

Dopo Sio - vera rivelazione di questa annata con decine di migliaia di copie vendite dei suoi volumi - gli editori si accapigliano per scovare i nuovi fenomeni che da Youtube e/o Facebook riescono a sbarcare su carta. A Etnacomics ho visto più di un editore parlare con ragazzi che presentavano i loro progetti NON nati su carta, ma già viventi su YouTube o su Facebook. Lo scouting sui social sta diventando sempre più parte integrante del compito di un direttore editoriale che si deve guadagnare lo stipendio. Etna Comics ha chiuso questa sequela di appuntamenti e devo dire come sempre in modo ottimo. È la manifestazione più accogliente verso gli ospiti, quasi al livello di coccolamento eccessivo, ed è una manifestazione dove gli incontri - anche quelli culturalmente più impegnativi – sono sempre seguiti. Forse è quella che riesce a trovare un equilibrio tra esigenza di fare numeri popolari, e offerta culturale di buon livello – seguita dagli appassionati. La sottolineatura è importante perché anche Romics, o Napoli Comicon offrono buoni incontri, ma la partecipazione è molto più scarsa che a Catania. Ora vado in letargo estivo fino a settembre quando si terrà la prima edizione del Palermo Comicon, manifestazione che dalle premesse appare molto interessante.

etnacomics manifesto 2015

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