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L'Editoriale » Romics 2014 autunno: una manifestazione che pone degli interrogativi

romics-2014-editorialedi Alessandro Bottero

Romics edizione autunnale ha confermato alcuni pensieri che da tempo mi giravano per la testa. Proviamo a buttarli a casaccio sul tavolo della discussione e vediamo cosa ne esce fuori. Pochi editori di fumetti presenti di PERSONA: Panini & Disney, Tunuè, GP Manga/Edizioni BD, RW Lion, NPE, Shockdom, Dentiblù, Segni d’Autore, il Grifo, J Pop. Altri editori ovviamente presenti ma solo TRAMITE i distributori Pan-Alastor-Starshop e non di persona. La stragrande maggioranza degli appuntamenti nel programma si muove nell’ambito dell’animazione o del cinema. I momenti dedicati al fumetto sono pochi. Se poi da questi togliamo gli incontri puramente promozionali ossia quelli in cui la casa editrice X presenta il programma dei prossimi mesi o un volume in vendita alla manifestazione stessa, ossia momenti di confronto e discussione SENZA SECONDI FINI ma solo ed esclusivamente per parlare di fumetto ne ho contati davvero pochi. Gli incontri con Lele Vianello, Stefano Babini, Luca Enoch e Enrique Fernandez, e forse altri tre o quattro in tutto.

Se si paragoniamo gli incontri promozionali per presentare programmi editoriali o singoli prodotti come PUBBLICITA’ e suddividiamo il tempo dedicato alla pubblicità e al fumetto in se stesso è come se durante la proiezione di un film avessimo un’ora e venti di pubblicità e dieci minuti di film vero e proprio. Però il lettore medio è contento perché le anticipazioni sul futuro ( = pubblicità da parte dei singoli editori) è quello che vuole. Non discorsi sul fumetto in sé stesso, sulla sua essenza o sulla sua storia.

Sempre per i fumetti è ormai un problema serio il numero basso di anteprime portate a Romics, fatto legato ovviamente al numero basso di editori. Onestamente però va anche detto che Romics soffre per due motivi che in parte spiegano, anche se non giustificano, l’assenza di altri editori. Lucca è lontana solo tre settimane, e se io editore medio piccolo portassi un’anteprima a Romics dovrei poi per correttezza distribuirla nelle fumetterie e ritrovarmi così con un volume bruciato col pubblico di Lucca. Cinicamente nessuno lo fa, perché a Lucca la gente viene per comprare mentre a Romics la gente (che è tanta) viene per passare il tempo con gli amici. È l’ormai classica distinzione tra una fiera stanziale, che coinvolge il pubblico della città in cui si svolge e poco più, e una nomade che invece ha per maggioranza di partecipanti persone provenienti da altre città. Le persone provenienti da altre città quando si spostano lo fanno per comprare. Quando a muoversi è qualcuno che vive nella stessa città dove si tiene la manifestazione quasi sempre lo fa per motivi al di fuori dell’acquisto. Il secondo motivo è il costo degli stand, che è sempre alto in una situazione con sempre meno liquidità nelle tasche costringe, in presenza a distanza di pochi giorni di un’altra manifestazione dove si vende di più, a fare delle scelte.

Rimane il dato che spesso è la presenza dell’autore a fare la differenza. In una situazione dove a sentire le voci tra gli stand la tendenza è di un calo di vendite sia rispetto a primavera 2014 che ad autunno 2013 c’erano anche, è giusto dirlo per correttezza, oasi felici dove la presenza di un autore che si è costruito un seguito anche e soprattutto sui social faceva la differenza. Don Alemanno e l’esperienza Shockdom sono tutti esempi di un rapporto saldissimo tra autore e lettore, che porta al venire in fiera per poter avere un contatto con lui. Quanto poi però questo contatto personale porti ad esplorare il mondo del fumetto al di là di quell’autore feticcio sarebbe interessante saperlo. Se il settore fumetti, dobbiamo riconoscerlo, è un po’ slow, il versante invece dell’animazione e/o film live è di ottimo livello, con anteprime assolutamente valide. Cito solo Sin City: una donna per cui uccidere. Tra le varie iniziative promozionali legate ai film molto carina quella legata ai Pinguini di Madagascar, con un uno Skipper ad altezza umana che salutava e si faceva fotografare, e quelle relativa ai Guardiani della Galassia con Peter Quill, Gamera e Rocket Raccoon (lo so, nel film si chiama Rocket, ma per me lui è e sarà sempre ROCKET RACCOON) impersonati da tre cos player. Il Romics Movie Village è una buona cosa, e devo dire che i film annunciati sono interessanti. I Pinguini, appunto, Guardiani della Galassia, Esodo: Dei Ed Eroi, Doraemon, I Cavalieri dello Zodiaco, Hunger Games, Sin City: Una donna per cui Uccidere. Non saranno Bergman o Fellini, ma a me mi ci piacciono, mi ci.

Tra le varie novità a fumetti portate Kuore nella Notte di Stefano Piccoli (Tunué), Amina e il Vulcano di Simona Binni (Tunué), I Racconti dell’Era del Cobra di Enrique Fernandez (Tunué), Bangballs di Luca Pozza e Danilo Antoniucci (Shockdom), e probabilmente anche molte altre novità Panini, Disney, RW Lion e altri editori ma siccome non me le hanno date per recensioni o segnalazioni per me è come se non fossero uscite. Lo so, sono capriccioso e magari qualche editore si offende pure ma che ci volete fare….si chiama RAPPORTI CON LA STAMPA, e se a te editore non interessa farmi sapere cosa pubblichi e tantomeno non interessa dare copie per recensioni allora nemmeno a me interessa cosa pubblichi e preferisco dedicare il mio tempo a chi invece interessa farmelo sapere e le copie le da. Caro editore X, se pensi di andare in rovina dando delle copie ai giornalisti perché le recensiscano evidentemente sei messo così male a livello di bilanci che devi stare attento anche ai dieci centesimi.

È un dato di fatto che Romics sia una delle due manifestazioni di fumetti, o che NASCE come manifestazione dedicata ai fumetti, con maggior afflusso di pubblico in Italia. Roma e Lucca guidano, con Il Comicon di Napoli buon terzo. E anche quest’anno l’affluenza è stata molto forte. Ma come dicevo la sensazione è che a un forte numero di biglietti staccati non corrispondano incassi dello stesso livello. È la crisi? È la mancanza di liquidi? Il presidente del consiglio Renzi dice che la gente risparmia (ossia non spende) perché non ha fiducia nel futuro, e questa frase è così stupida che non posso pensare che l’abbia detta davvero. Io non spendo perché se ho a disposizione solo 10 euro e mi servono per comprare da mangiare o pagare la luce non è che non spendo perché non ho fiducia nel futuro. Non spendo in altre cose perché non voglio finire con le pezze al culo e con la luce tagliata. Ma vediamo invece chi sicuramente incassa vagonate di soldi a Romics. Parlo della RISTORAZIONE. Adesso lo so, i soliti che passano il tempo a prendermi in giro su Facebook diranno che Bottero tira fuori sempre il solito discorso. Evidentemente loro NON devono preoccuparsi di mantenere una famiglia e quindi non hanno preoccupazioni economiche, cosa che invece molte persone normali hanno.

Perché al di fuori dei padiglioni della fiera di Romics un panino col Kebab costa TRE euro e cinquanta, e invece dentro i padiglioni costa CINQUE euro? Possibile che il ricarico sul prezzo tra fuori e dentro sia di un euro e cinquanta, ossia il 40% sul prezzo normale? Perché un panino al bar o nei vari punti che li vendono deve costare da TRE euro e novanta a QUATTRO euro e cinquanta? Come mai all’interno della fiera di Roma i prezzi dei generi alimentari subiscono impennate e aumenti che non hanno alcuna giustificazione logica? Perché i prezzi al bar dei padiglioni sono folli? Perché un cornetto costa UN euro e trenta, ossia molto di più di quanto costi fuori dai padiglioni e se ci mettono dentro la nutella il suo prezzo schizza a DUE euro? Cosa giustifica questi prezzi che trovo assurdi e assolutamente non giustificati? La risposta è che i punti ristoro all’interno dei padiglioni sono equiparati come prezzi agli Autogrill, dove in effetti la gestione ha come unico obiettivo quello di scorticare vivo chi si ferma a prendere un caffè o a mangiare. Ma non siamo sull’autostrada, siamo in città e non capisco perché debba accettare di lasciarmi depredare. E la cosa non dovrebbe lasciare indifferente l’organizzazione, perché se io utente normale per portare i figli a Romics pago il biglietto e poi gli prendo qualcosa da mangiare, diciamo UN panino e UNA bottiglietta, già solo entrare e mangiare per una famiglia con diciamo due figli mi costa minimo 50 euro. È ovvio che poi NON ho più soldi da spendere in fumetti. Se le persone vengono MUNTE da ingresso e cibo alla fine resta ben poco latte per gli standisti. E quindi gli incassi sono scarsi, e quindi io prima o poi decidi di non venire più, perché le spese sono alte e gli incassi non le coprono più.

Sono discorsi noiosi? Può essere, ma sono fatti concreti che le persone normali si trovano ad affrontare e forse anche gli addetti ai lavori dovrebbero rifletterci.

E arriviamo infine al fatto più eclatante ossia gli intossicati di sushi. Ne ha già parlato la stampa e sicuramente saprete che un numero X di persone che hanno mangiato alimenti acquistati allo stand Wabisabi nel padiglione 5, ha poi manifestato sintomi di intossicazione. Gli è passato e stanno bene, quindi non è il caso di farne una tragedia. Dico anche l’organizzazione non può controllare ogni singolo sushi o arancina o hotdog venduto nei padiglioni e che l’onere della regolarità e non deterioramento della merce che vendi spetta al venditore non a Romics. Detto questo però mi fermo perché francamente di questo argomento non mi interessa assolutamente niente. Ti sei intossicato? Ora stai meglio? Amen. La persona intelligente si porta il panino o il mangiare da casa e NON alimenta il gioco perverso dello spennamento dei clienti da parte di chi vende cibarie. Se non hai capito questo e spendi in cibarie, pagando un prezzo superiore a quello che pagheresti al di fuori dei padiglioni, nella migliore delle ipotesi sei ingenuo. Nella peggiore ti becchi un’intossicazione. In entrambi i casi la soluzione è smettere di foraggiare gli avvoltoi e portarsi qualcosa da casa.

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