Logo

L'Editoriale » Come il Titanic: si fa festa, mentre la nave affonda

bonelli-editorialedi Alessandro Bottero

Secondo qualcuno mi sarei creato un personaggio da Iettatore e gufo per rancore (I Motivi? La Panini non mi fa lavorare per lei, anche se in pratica ha assunto tutti quanti, oppure la Bonelli mi boccia tutte le proposte che mando, scegliete voi quale preferite questa settimana) o per avere qualche click in più su facebuch o sul sito. Francamente trovo patetica questa rincorsa al “Mi piace” facebuccoso e l’eventuale consenso non mi spinge a scrivere cose che solleticano la pancia dei lettori. Se scrivo quel che scrivo è perché lo credo. E se qualche minus habens ritiene giustificato insultare me per quel che scrivo il problema è suo, non certo mio. Perché questo esordio? Perché il clima in giro per la rete è di euforia generale. Topolino vende a scatafascio, La Bonelli lancia il rinnovamento. I bilanci Panini finalmente sono in attivo. Arrivano le mostre autunnali e Lucca sarà un tripudio di gioia e dignità per il fumetto. PalaPanini, PalaBonelli, Palaquellochevuoi. Siamo tutti felici. Orchestra suona e balliamo in questa notte atlantica.

Poi leggi la relazione dell’AgCom (Agenzia della Comunicazione, un ente ufficiale del governo che tiene sotto’occhio la situazione REALE dell’editoria) relativa al 2013 e ti viene voglia di lasciare il salone da ballo e calare la scialuppa prima che arrivi l’Iceberg. Secondo quando scritto nella relazione, che gli addetti ai lavori seri conosco benissimo ma che sicuramente si tengono per sé, il 2013 è stato un anno orribile per il settore delle comunicazioni italiano (tlc, radio e tv, editoria e internet, servizi postali), con un calo del 9 per cento dei ricavi sul 2012 e ora a quota 56,1 miliardi di euro.

In perdita anche il settore internet, del meno 2,5 per cento (fa peggio di quello delle tv a pagamento). Cala tutto il settore comunicazioni: l'editoria, quotidiana e periodica, ha perso nel 2013 quasi 700 milioni di ricavi. Quelli dei quotidiani passano da 2,5 mld del 2012 a 2,3 mld del 2013. I periodici da 2,8 mld a 2,3 mld. Il fatturato dei quotidiani è sceso del 7%, quello dei periodici il 17,2%. Cifre ormai lontane dai 3,1 miliardi del 2009: nel 2012 restano stabili i ricavi da vendita di copie (-0,48% a quota 1 miliardo 162 milioni), a pesare è il calo della pubblicità (-13,17% a quota 983 milioni). I ricavi da collaterali perdono il 16,53%, ora a quota 107 milioni.

Per quanto riguarda i periodici dal 2010 è andato in fumo oltre un miliardo di ricavi (da 3,4 miliardi a 2,3 miliardi). L'anno scorso i ricavi da vendita di copie sono scesi del 13% (1,6 miliardi a 1,4 miliardi), la pubblicità del 24,1% (da 1 miliardo a 766 milioni), i collaterali del 21,3% (da 167 a 131 milioni). Anno negativo quindi anche per la pubblicità: il calo dei ricavi complessivi rispetto all'anno precedente è stato del 10,9%, da 8,3 miliardi a 7,4 miliardi. Crollano periodici (-24,1%) e quotidiani (-13,2%), ma vanno male anche tv (-10,1%) e cinema (-7%).

Letto tutto? Lo so, è così noioso leggere queste cose. A noi appassionati ci piace invece leggere che l’autore figoso viene alla mostra e così posso fare la fila per farmi autografare la copertina variant che l’editore furbetto realizza apposta per l’occasione. A noi appassionati ci piace leggere che l’autore filosissimo farà la seconda o la terza, o la quarta stagione di quella serie ultrafigosa che poi la fanno anche in TV e quindi io posso dire a tutti che la leggevo da prima e faccio bella figura come quelli che quando vedevano Romanzo Criminale con gli amici dicevano “Aò, ma io ho visto anche il film, eh? Mica lo scopro ora!”. Vabbé ci sarebbe stato anche un romanzo, ma i romanzi sono parole messe in fila sulla carta. Chi perde tempo a leggerli?

Comunque noioso o meno questa è la realtà. Non i comunicati stampa trionfanti, non le conferenze rutilanti con pirotecnie e fuochi di artificio. Non gli annunci di mille mila serie per saturare il mercato e spremere anche l’ultimo euro dai lettori appecorati.

Questa. È. La. Realtà.

Una realtà dove il fatturato complessivo del settore delle edicole è in calo. In forte calo. In tremendo calo. E se il complesso è in calo me ne frego se il SINGOLO prodotto cresce. Se l’habitat muore, muoiono tutti. Anche quelli che nel momento di crisi crescono perché sottraggono il cibo ai deboli.

Avete letto? Perdite del COLLATERALI (sono gli ALLEGATI EDITORIALI, ossia anche i volumi a fumetti che si comprano abbinati a questo o quel quotidiano/rivista) ) del 21,3% con una perdita di 36 milioni di euro di ricavi dal settore.

La realtà è che la crisi è sistemica e sta erodendo di un 10% / 15% annui l’intero mondo della comunicazione. E i fumetti nelle edicole sono all’interno in questo sistema. Se un sistema è in calo costante e massiccio vuol dire che non entrano forze fresche (lettori nuovi) all’interno del sistema, e le forze presenti all’interno diminuiscono. Se quindi UN soggetto all’interno del sistema cresce , lo fa solo ed unicamente perché sottrae forze agli altri soggetti. Io NON cresco perché attiro nuove forze o lettori. Io cresco perché vampirizzo altri uno, due, tre, cinque, dieci soggetti presenti nel mio stesso sistema chiuso. Ma a me lettore che me ne frega? A me basta avere la copertina variant figosa e va tutto bene. Che mi importa se piano piano la diversità biologico/editoriale sta svanendo?

Suona orchestra in questa notte atlantica, suona mentre l’Iceberg si avvicina passo passo….

Template Design © Joomla Templates | GavickPro. All rights reserved.