Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
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L'Editoriale » Historica, trionfatore nelle edicole

historica editorialedi Alessandro Bottero

Veramente l’uso corretto della lingua italiana esigerebbe l’uso del termine Trionfatrice visto che parliamo di una collana termine di genere tendente più al femminile che al maschile, ma i Nazi-grammatici con me non hanno mai avuto vita facile. Trionfatore ho scritto e trionfatore ripeto. E pure A Me MI Piace Historica. Per quei due o tre abitanti di Comignano del Peltro, paesino la cui edicola non riceve rifornimenti dall’aprile del 2006, che ancora non sanno cosa è Historica, vi svelerò che è la collana varata da Mondadori nelle edicole che con cadenza mensile presenta bei volumoni cicciotti e robusti dove si trovano cicli (autoconclusivi o in più volumi) di fumetti storici, tratti da quell’immenso arcipelago che è il mercato francese. Partita nel novembre 2012 con Airborne 44 - La battaglia delle Ardenne di Philippe Jarbinet, dedicato alla Seconda Guerra Mondiale, Historica si è mossa fino ad oggi secondo queste direttrici più o meno: Seconda Guerra Mondiale; Impero Romano; Medioevo; epoca Napoleonica. Certo per un vetusto appassionato di fantascienza ucronica come me un poco piange il cuore sapere che esistono fior di capolavori inediti dedicati a rivisitare gli eventi storici a base della fatidica domanda “E se….”, che non possono trovare posto nella collana, perché la filosofia di fondo di Historica è quella di presentare fumetti assolutamente aderenti alla realtà storica fattuale, sia pur all’interno della narrazione di storie di avventura. Ma a parte questo difettuccio, devo dire che avendola seguita per un anno intero sono pienamente soddisfatto della collana. La confezione è ottima, i contenuti di livello elevato, il prezzo (e parliamo di volumi cartonati formato francese di 192 pagine distribuiti in edicola) è davvero basso, visto che si tratta di 12,99 euri a volume. Finora oltre ad Airborne 44 sono usciti Bois-Maury, Memorie della Grande Armata ,Vae Victis (volumi 1-2-3), Il gufo reale, Le 7 vite dello Sparviero (volumi 1-2) ,Berlino, Gengis Khan ,L'ultimo volo, Gli scudi di Marte, Piuma al vento, e nel primo trimestre 2014 sono già sicuri Belem (gennaio), Attila vol.1 (febbraio) e La Battaglia (marzo).

Cosa ci insegna questa collana, partita come un esperimento e che a un anno di distanza si rivela un esperimento riuscito (e la riprova che è riuscito è il fatto che la Mondadori ha affiancato a Historica, una collana bimestrale di volumi sempre tratti dal mercato francese, ma in formato singolo albo)?

Primo: in edicola esiste un pubblico per questi prodotti. Non è numeroso, ma esiste.

Secondo: è un pubblico fedele ma esigente. Ti segue, mantenendo più o meno costanti le vendite, ma vuole una confezione editoriale e uno spessore nelle storie che giustifichino la spesa, sia pure una spesa che oggettivamente è inferiore alla media.

Terzo: esiste un pubblico che ama il genere storico, e la cosa non è da sottovalutare. In Italia ormai da decenni a parte Dago o Joan (ambientato all’epoca della Guerra Civile Spagnola) e pubblicati dall’Eura/Aurea non esistono serie regolari e/o continuative dedicate al genere storico. Gianfranco Manfredi ci ha provato con le due miniserie Volto Nascosto (ambientato all’epoca delle guerre coloniali italiane) e poi Shangai Devil (spostando l’azione nella Cina del Celeste Impero), ma erano due miniserie, e una volta conclusesi il filone si è chiuso. È vero che nel parco testate Bonelli esiste la collana Le Storie, ma non è precisamente la cosa a cui penso. Non è una collana o una serie di fumetti di genere storico in senso proprio, come invece troviamo a decine e decine nel mercato francese. Parlo di fumetti dove la Storia sia parte integrante della storia, e non solo una cornice o una ambientazione sullo sfondo.

Historica mi dice che è possibile raccontare storie usando la Storia come elemento cardine del discorso, senza per questo essere necessariamente pallosi o didascalici. E il punto è proprio qui: solo una società che ritiene la Storia degna di stima e rispetto potrò produrre autori che siano in grado di maneggiare la Storia con la stessa stima, rispetto e passione, ed usarla come spunto e materiale narrativo. In Italia succede questo? Assolutamente no. In Italia la Storia è vista come una cosa noiosa, pallosa, inutile e solo da studiare a scuola per evitare un debito formativo. Abbiamo una delle Storie nazionali più ricche di elementi narrativi e spunti, eppure i nostri autori non scrivono di Storia. E sono sicuro che se un editore volesse mettere in piedi un albo bonellide da edicola e un autore proponesse una serie o miniserie di genere storico non verrebbe minimamente preso in considerazione perché “Un fumetto storico???? Ma sei pazzo????”, dimenticandosi che in Italia il fumetto bonellide in edicola NON pubblicato da Sergio Bonelli più venduto da anni è Dago Ristampa (dietro quel fenomeno unico e irripetibile di Rat-Man). Se Dago da anni vende complessivamente su Lancio Story e sui monografici decine di migliaia di copie ogni mese un motivo di sarà. O no?

È vero che esiste la storia d’Italia a fumetti, e anche il volume per i 150 anni dlel’Unità d’Italia pubblicato dalla casa editrice San Paolo, ma non bastano. Oltretutto… possibile che ancora non esista una narrazione a fumetti alternativa alla vulgata ufficiale sul Risorgimento? Possibile che nessun autore abbia raccontato la distruzione voluta, spietata e sistematica del Regno delle Due Sicilie e la sua economia da parte degli invasori Savoia? Perché in Italia, a differenza di quel che succede in Francia o in Giappone ad esempio, non si usa il fumetto come un modo come altri per raccontare e/o esplorare la storia del paese e della società? Perché i fumetti storici non vendono? Non è vero. Questo è uno dei tanti dogmi di fede che gli editori si cuciono nella testa e che poi è impossibile togliere.

Historica dimostra che i lettori non hanno paura del fumetto storico.

I lettori non comprano i fumetti BRUTTI, non comprano i fumetti dove non succede niente, non comprano i fumetti che sono solo un insieme di cliché.

Ma se gli dai la ciccia sono ben contenti di addentarla.

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